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Chi sono

BIO

VISIONE DIDATTICA

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Mi sono laureato in Scienze Biologiche, e successivamente perfezionato (PhD) in Neuroscienze presso la Scuola Normale Superiore di Pisa.
 

In seguito ho abbandonato la carriera scientifica e ho iniziato a formarmi come insegnante di italiano per stranieri. Fondamentale è stato il corso di formazione alla scuola DILIT - International House di Roma, sotto la supervisione del Dott. Christopher Humphris, che considero mio maestro.
 

Insegno italiano L2/LS dal 2006, ho lavorato all’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona, alla scuola DILIT-International House di Roma e alla scuola Alpha Beta Piccadilly di Bolzano.

 

Dal 2015 sono attivo come formatore di insegnanti di italiano e di lingua L2/LS, sia in Italia che all’estero, per istituzioni pubbliche e scuole private.

La visione didattica che mi è stata trasmessa dal maestro Christopher Humphris, che ho sperimentato a lungo nelle mie classi, e che propongo durante gli eventi di formazione si basa, innanzitutto, sulla considerazione dello studente come avventuroso ricercatore, e del gruppo classe come comunità di ricercatori.

 

Si tratta di una considerazione positiva dello studente, in quanto ne indica il potenziale e non le supposte mancanze. In base ad essa gli insegnanti sono incoraggiati ad assumere in classe un ruolo da regista piuttosto che da protagonista, garantendo quanto più possibile l’autonomia dei propri studenti.

 

In questa visione didattica, che potremmo definire autenticamente comunicativa, insegnare consiste nel coinvolgere gli studenti in una sequenza di esperienze linguistiche pratiche, organiche e coinvolgenti, piuttosto che nel trasmettere loro nozioni.

 

Si vuole che l’azione didattica propizi costantemente negli studenti una motivazione positiva. Per questo, grande enfasi è posta sulla collaborazione fra pari, su un input quanto più autentico e interessante, e su un costante e giocoso senso di sfida: ingredienti didattici che, se utilizzati adeguatamente, alimentono un clima di inclusività, coltivano l’autostima dello studente e lo invitano a formulare ipotesi in prima persona anche nella difficoltà.

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MODALITÀ DELL'AZIONE FORMATIVA

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La mia azione formativa intende, prima di tutto, ispirare gli insegnanti ad aprirsi ad una piena considerazione di ciò che viene loro proposto: una visione didattica autenticamente studente-centrica, più ampia, più complessa e anche più delicata di quella cosidetta "convenzionale".
 

Questa apertura, necessaria, apre la strada per un lavoro trasformativo sull’insegnante, che si basa sul costante richiamo alla consapevolezza delle implicazioni didattiche e soprattutto umane del proprio agire in classe momento per momento.
 

Coinvolto in un’azione formativa multidimensionale e pratica, arricchita quando possibile dalla presenza di studenti volontari, l’insegnante riorienta - gradualmente, e non certo senza una comprensibile e naturale difficoltà - la propria didattica verso una routine più sottile e consapevole.

 

L'abbondante possibilità di didattito in plenum con il formatore e l’estesa e strutturale collaborazione “fra pari” si alternano con  attività esperienziali, nelle quali i docenti sperimentano "da dentro" (ovvero, nel ruolo degli studenti), le implicazioni e l'efficacia delle attività didattiche oggetto di riflessione.  

 

Laddove possibile, l'azione formativa propone l’osservazione diretta di brevi lezioni dimostrative condotte dal formatore con studenti volontari e, se vi sono le condizioni adeguate, anche la pratica didattica sperimentale diretta a carico degli insegnanti stessi.

Per ottenere motivazione e coinvolgimento occorre, inoltre, avere estrema cura del ritmo della lezione e della varietà e dell’efficienza delle attività proposte.

 

A questo scopo è fondamentale assicurarsi che ai compiti linguistici globali non vengano associati compiti secondari di tipo analitico (e viceversa), in modo da creare le condizioni migliori affinché gli studenti opererino al massimo del loro potenziale nelle varie attività didattiche, con una coltivazione ottimale tanto del processo di acquisizione linguistica che del processo di apprendimento linguistico.


In conclusione, una didattica autenticamente comunicativa delle lingue propizia un apprendimento di tipo pratico, esperienziale, diretto, coinvolgente, accurato, efficiente, pienamente orientato alla comunicazione reale. Oltre che - nella mia esperienza - felice per insegnanti e studenti.